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di Fulvio Massini

L’estate chiama insieme alla voglia di mare. Negli scorsi mesi vi abbiamo già indicato diversi spunti su come mettersi o mantenere la forma fisica in previsione della classica prova costume: tennis, corsa, circuit training, canottaggio, nuoto. Se optate per un’attività che metta insieme lo stare all’aria aperta e a contatto con acqua, allora dovete provare il SUP

Sicuramente non siete quel tipo di persona che cerca i risultati subito e senza una goccia di sudore: prima di incamminarsi su qualsiasi sentiero, chiedete consiglio a chi lo conosce bene, senza affidarvi a chi c’è passato solo una volta. Molto spesso tendiamo a imitare abitudini e allenamenti degli amici, ma se non ci si rende conto in tempo che quell’attività non fa per noi, rischiamo di perdere tempo o, peggio ancora, di farci del male.

L’obbiettivo dev’essere SMART, parola molto in voga nel terzo millennio, in realtà è un acrostico che abbrevia 5 parole che dovrete annotarvi:

Specific: ogni giorno abbiamo solo 24 ore e non possiamo sprecare tempo, dunque scegliamo una strada precisa e seguiamola fino in fondo. Usate il self-talk: parlate a voi stessi e scrivete (che è più efficace) ciò che volete fare, e come volete arrivarci. Per far ciò dovrete sempre usare la prima persona “IO” con verbi coniugati al modo indicativo presente e futuro semplice “SONO, SARÒ…”;

Measurable: i parametri di allenamento sono fondamentali a patto che non diventino un’ossessione. Dare un numero o quanto meno una forma a quello che volete raggiungere vi darà un maggior stimolo a perseguire il vostro allenamento, e a proseguire anche nei periodi in cui avreste voglia di smettere;

Achievable & Realistic: (raggiungibili e realistici) non mentite a voi stessi, scalare il Monte Bianco non è alla vostra portata, almeno per ora. Meglio elaborare molte tappe piccole e trarne soddisfazione man mano, che non porsi una vetta troppo alta e non arrivarci mai. Avere un obbiettivo irraggiungibile porta ad abbassare l’autostima e fa crollare la voglia di provarci!

Timely: “lo faccio domani” è una di quelle bugie da evitare, dobbiamo darci una scadenza entro cui raggiungere l’obbiettivo, o farà la fine di quel mobiletto di vostra zia che prende polvere nel garage dal 1981. Pazienza per il pensile rotto, ma il corpo è il vostro e vi accompagnerà per tutta la vita!

Tornando al nocciolo della questione, non è mai troppo tardi ma neanche così presto per allenarvi come si deve. La stagione vi pone davanti molte attività: potete continuare a sfruttare l’abbonamento alla palestra, in questo periodo meno affollata e più conveniente, oppure potete optare per attività all’aria aperta o in acqua. C’è un modo per unirle: il SUP, altra abbreviazione che sta per Stand Up Paddle, “stai in piedi e pagaia”.

Per farla semplice, il SUP è una sorta di surf, in genere più stabile e voluminoso, su cui ci si deve mantenere in piedi spostandosi con l’utilizzo di una pagaia lunga con una pala e un’impugnatura. Pratico e abbastanza economico (sia per acquisto che per noleggio) ne avrete già visto sicuramente uno ovunque ci sia una specchio d’acqua dolce o salata sufficientemente lungo e navigabile.

Secondo molti questo sport nasce per esigenze di movimento di persone e merci tra le isole del Sud Pacifico, ma adesso è possibile reperirne uno su qualsiasi spiaggia italiana e non.

Il SUP ha molte sfaccettature: esistono tavole da gara, progettate per esser competitive; tavole da onda, che permettono evoluzioni sulla cresta; tuttavia le più in voga, è il caso di dirlo, sono le All-Round, tavole da turismo facili da usare e adatte sia per fare escursioni che per farsi riportare a riva dalle onde; un’emozione che vi consiglio vivamente di provare.

Il SUP permette di allontanarsi velocemente dalla costa e percepire soltanto il silenzio ovattante del mare e il soave scorrere delle onde (altra sensazione che vale il biglietto), inoltre potrete esplorare grotte, tuffarvi a fare snorkeling o riscoprire un corso d’acqua da una prospettiva inaspettata e sempre sorprendente: vi abbronzerete e porterete un ricordo più vivace dell’obsoleto “stessa spiaggia stesso mare”.

Tornando al lato tecnico, le tavole possono essere rigide, in genere le più performanti e a prova di scoglio, o gonfiabili, più facili da trasportare. Non necessariamente quelle gonfiabili sono più economiche e facili da manovrare in acqua, sicuramente per i primi tempi sapranno perdonarvi qualche errore in più, attutendo le ginocchia se non riuscite a stare in piedi.

Il cosiddetto leash, in italiano guinzaglio, che legherà voi al SUP, permetterà in caso di mare mosso di non allontanarvi troppo dalla tavola.

Per cavarsela in SUP si richiede un mix di base di equilibrio propriocettivo delle gambe, core stability, forza e coordinazione degli arti superiori, elementi che possono essere preparati anche a “secco”, senza bisogno di avere una tavola su cui esercitarvi, nonché una buona base aerobica (in base alle distanze che volete percorrere).

Combinarli tutti nello stesso momento non è fondamentale, possiamo suddividere la preparazione in più periodi (settimane, mesi) o all’interno di uno stesso allenamento per variarlo e renderlo più divertente.

La parte di equilibrio si sviluppa con attrezzi instabili (skimmy, bosu, tavole propriocettive ecc.). Non avendo a disposizione questi attrezzi, potete provare a stare in equilibrio su una gamba a occhi chiusi, ne avrete sicuramente beneficio anche nella vita di tutti i giorni.

Il core, ovvero il centro del corpo, si andrà a perfezionare con posture di isometria o leggermente dinamiche, andando prima ad avere molti appoggi (mani, ginocchia, piedi) e in seguito a ridurli (alzare da terra  i segmenti corporei come glutei, fianchi ecc.).

La forza nelle braccia verrà utilizzata per sviluppare la propulsione del mezzo. Si pagaia da una sola parte alla volta, ma è pur sempre uno sport simmetrico, per cui li dovrete esercitare entrambi, sia con movimenti di spinta sia di trazione.

La parte aerobica si otterrà usando i mezzi della resistenza, che sappiamo bene essere altamente indicati come mezzo di prevenzione cardiovascolare. Estensivo ma anche intensivo, il compromesso fra i due è indicatissimo per questa attività: il mare come una tavola è una favola, ma talvolta bisogna pur pagaiare controvento!

Il movimento del SUP è da qualche anno in fermento: oltre alle escursioni si organizzano sulle tavole sessioni di ginnastica funzionale, yoga, addirittura aperitivi al tramonto.

Il trend non è sfuggito alle palestre, che proporranno prossimamente il format dell’allenamento su tavola anche nelle piscine di quartiere: fateci un tuffo!

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