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di Italo Richichi

Dopo vari decenni tutte le carenze delle componenti alimentari produrranno disfunzioni nell’organismo accelerando invecchiamento e malattie. Di seguito sono descritte alcune linee-guida di studi che partiranno in Lombardia per conoscere queste alterazioni e curarle in tempo, prima dei danni irreversibili.

L’alimentazione rappresenta la funzione più delicata e complessa del corpo umano; l’attività della cellula, degli organi e degli apparati, viene condizionata dall’azione di numerose componenti che possono rallentare, bloccare o accelerare i vari meccanismi chimici o biochimici che ne producono il funzionamento. Poiché è praticamente impossibile che l’alimentazione riesca a soddisfare tutte le esigenze, con il passare degli anni si producono carenze alimentari che alterano e bloccano catene metaboliche più o meno importanti nelle varie funzioni.

In realtà ci sono tutte le disponibilità in natura, ma l’alimentazione individuale o di comunità si sviluppa con modelli abituali e ripetitivi per questione di conoscenza e per questione di costi.

Quando le carenze bloccano le funzioni strategiche di organi fondamentali, le relative sindromi (carenziali) o le precise disfunzioni producono progressivamente patologie di riferimento. Di norma l’espressione patologica si manifesta in età avanzata e, considerando l’allungamento della vita, appare evidente la necessità di integrare, nella dieta quotidiana, gli elementi mancanti.

Gli obiettivi dello studio lombardo rappresentano la ricerca delle componenti (macronutrienti, enzimi, vitamine, minerali) che più frequentemente risultano carenti nella quotidiana alimentazione dei popoli mediterranei.

La SIDMe, l’Istituto Clinico Città di Pavia, la Casa di Cura Villa Esperia, l’Istituto Geriatrico dell’ASP di Pavia, il comune di Corteolona e gruppi di medici di Medicina Generale col patrocinio dell’OO.MM. avvieranno questa ricerca nel territorio pavese, lomellino e lodigiano, per esaminare una popolazione di 400 soggetti ultrasessantacinquenni e trovare lʼeventuale riduzione o assenza delle suddette componenti.

A tale scopo, saranno individuati i Centri di controllo clinico e prelievo ematico, dove i ricercatori incaricati compileranno una scheda clinica, eseguiranno il prelievo ematico e lo prepareranno per l’indagine stabilita nei Centri (o Centro) di analisi. I Responsabili di ogni Centro restano collegati per tutto il periodo di indagine previsto in sei mesi (start-up novembre 2016) col Centro Generale (Gruppo di Ricerca – Viale Bligny, Pavia) per garantire ogni necessità che potrebbe evidenziarsi nell’iter del lavoro.

Il gruppo di studio si doterà di un regolamento apposito per uniformare i vari dettagli del lavoro e garantirne l’univocità; diventa prioritaria la conoscenza della dieta praticata dai vari soggetti e le caratteristiche dello stile di vita.

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