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di Alberto Ferrari
Che ci fosse una relazione fra psoriasi e malattie cardiovascolari era già noto. Oggi però le evidenze scientifiche suggeriscono una nuova chiave di lettura. L’aneurisma e la psoriasi sono la stessa espressione focale di una malattia cronica in grado di colpire tutto l’organismo. Inoltre, indipendentemente da altri fattori di rischio, la psoriasi duplica e triplica il rischio di incappare in una degenerazione dell’aorta addominale fino alla formazione di un aneurisma

Chi è affetto da psoriasi è a maggior rischio di un aneurisma aortico del tratto addominale. Lo si evince da uno studio danese di recente pubblicazione (2016). Analizzando i dati sanitari della popolazione danese, maschi e femmine con più di 18 anni, lo studio in questione ha identificato che, su un totale di circa 5,5 milioni di individui, in quasi 60 mila (59.423) hanno sviluppato la psoriasi lieve, mentre gli affetti da psoriasi nella forma più grave sono stati poco meno di 12 mila (11.566). Cifre gravide di conseguenze se paragonate alla malattia aneurismatica. Infatti, nel periodo di osservazione, fra il 1977 e il 2011, i soggetti con psoriasi lieve e con psoriasi grave hanno registrato, rispettivamente, il doppio e il triplo delle probabilità di ammalarsi di aneurisma del tratto dell’aorta addominale. Su un campione di 10 mila pazienti, l’incidenza annua dell’aneurisma è stata di 3,72% casi nella popolazione in generale, di 7,3% nei pazienti con psoriasi lieve, di 9,87% nei pazienti con psoriasi grave. Ciò significa che, indipendentemente da altri fattori di rischio, la psoriasi duplica e triplica il rischio di incappare in una degenerazione dell’aorta addominale fino alla formazione di un aneurisma.

Per scelta consapevole degli autori dello studio “Nationwide Study on the Risk of Abdominal Aortic Aneurysms in Patients with Psoriasis” (Studio nazionale sul rischio di aneurisma aortico addominale nei pazienti affetti da psoriasi) gli abitanti di un Stato come la Danimarca, in cui le cure mediche sono gratuite e accessibili a tutti, è quanto di meglio si potesse pretendere da un campione di popolazione contro i soliti difetti di arruolamento. Difetti del tipo che il campione fosse numericamente debole, oppure che mancasse del gruppo di controllo, o che i criteri di selezione dei pazienti mostrassero dei limiti in termini di rappresentatività. Niente di tutto ciò sembra minare l’impostazione e il rigore scientifico con cui lo studio è stato concepito e condotto. ‹‹Il nostro è uno studio di coorte basato sull’intera popolazione danese maggiorenne›› precisa Usman Khalid, prima firma della pubblicazione e ricercatore del dipartimento di Scienze cardiovascolari del “Genotofe Hospital” di Hellerup (Danimarca) ‹‹Grazie a un numero identificativo personale è stato possibile incrociare le informazioni sanitarie di ciascun paziente ricorrendo ai registri del sistema sanitario nazionale››.

Che ci fosse una relazione fra psoriasi e malattie cardiovascolari era già noto. ‹‹Studi condotti su ampie coorti di pazienti psoriasici indicano che la psoriasi agisce da fattore di rischio indipendente per le patologie cardiovascolari su base ateromasica›› spiega Claudio Bonifati, responsabile dell’Ambulatorio per lo Studio e la Cura delle Malattie Dermatologiche presso l’istituto “San Gallicano” di Roma, che aggiunge ‹‹La psoriasi è una malattia cronica caratterizzata da un processo infiammatorio a carico del derma superficiale e da un’esagerata proliferazione dei cheratinociti (le cellule che costituiscono la componente principale dello strato superficiale della pelle). Il legame tra psoriasi e aneurisma aortico è rappresentato da mediatori dell’infiammazione che intervengono sia nell’espressione fenotipica della psoriasi, sia nelle alterazioni strutturali della parete arteriosa che esitano nella formazione dell’aneurisma aortico››. Nel solco di questo filone di ricerca ‹‹gli studi hanno indicato che l’interleuchina 17 (IL-17), coinvolta nella manifestazione della psoriasi, possa essere decisiva nella patogenesi infiammatoria dell’aorta addominale›› precisa il dottor Khalid, che aggiunge ‹‹l’aumento della rigidità delle arterie e le disfunzioni dell’endotelio associati alla psoriasi potrebbero essere decisivi per la formazione e per la progressione dell’aneurisma aortico addominale››.

La psoriasi viene descritta come una malattia infiammatoria cronica non contagiosa che può colpire a tutti le età. Non di rado, quando si manifesta può essere per sempre, oppure può rispettare dei periodi di latenza anche molto lunghi. ‹‹La psoriasi rimane di fatto una patologia geneticamente condizionata e a tutt’oggi inguaribile›› precisa il dottor Bonifati, che aggiunge ‹‹questo non esclude che la malattia possa andare in remissione spontanea, per periodi prolungati o anche per tutta la vita››. I classici sintomi della psoriasi (nota come volgare) sono rappresentati da chiazze di colorito rossastro ricoperte da squame di colorito bianco argenteo. Al peggioramento della psoriasi concorrono le abitudini sbagliate connesse allo stile di vita. ‹‹Sappiamo che una serie di fattori esogeni, come fumo, alcol, condizioni climatiche, e di fattori endogeni, tra cui infezioni, stress, sindrome metabolica ecc. possono variamente interagire nel condizionare la comparsa e il decorso della malattia›› sintetizza Bonifati. Da ultimo ma non per importanza, vi è un fattore di rischio cardiovascolare la cui presenza o assenza giuoca un ruolo determinante anche nell’evoluzione della psoriasi: l’obesità. ‹‹Relativamente al rapporto obesità e psoriasi, è noto che la prima delle due condizioni è caratterizzata da alterazioni morfo-funzionali a carico degli adipociti, in particolare quelli componenti il grasso viscerale. Le suddette alterazioni comportano la secrezione di sostanze infiammatorie (adipochine) che contribuiscono, su un terreno geneticamente condizionato qual è quello della psoriasi, all’espressione delle lesioni cutanee›› Quindi perdere peso è buona norma anche contro la psoriasi? ‹‹Nella pratica clinica corrente è possibile osservare che il calo ponderale è associato a un miglioramento della psoriasi e a una risposta migliore alle terapie››. In conclusione, se agire sui fattori che, come l’obesità, agiscono negativamente sulla psoriasi, può migliorare anche significativamente il decorso della malattia, ‹‹niente è sufficiente a garantire la guarigione completa››.

L’aneurisma addominale è il risultato di una degenerazione dell’aorta che si deforma fino alla rottura, diventando così un pericolo mortale per il paziente. ‹‹Quando parlo di aneurismi a livello divulgativo, li paragono a un semplice cedimento della parete delle nostre arterie di cui l’aorta è la massima espressione in termini di gravità e fisiopatologia›› racconta Efrem Civilini, responsabile della Chirurgia Vascolare I presso l’ospedale “Humanitas” di Rozzano (Milano) e docente di “Humanitas University” ‹‹Un altro paragone possibile è con la classica camera d’aria della bicicletta che, usurata, porta progressivamente a un’inevitabile dilatazione e rottura. Il che chiarisce bene ai miei pazienti la necessità che abbiamo di intervenire per una tempestiva sostituzione››.

Sappiamo che l’aneurisma addominale si manifesta con la dilatazione sino alla rottura della parete arteriosa ed è parte dell’arteriosclerosi, la più classica delle patologie cardiovascolari, di cui i caratteristici fattori di rischio sono l’ipertensione, il fumo, il diabete alimentare, l’obesità, l’ipercolesterolemia, la familiarità e, ovviamente, l’età avanzata. Non a caso, le persone più a rischio di sviluppare un aneurisma addominale sono gli anziani. Con l’avanzare dell’età le arterie perdono elasticità, accentuando il rischio di rottura nei punti di maggior debolezza, in particolare il tratto finale dell’aorta addominale, prima di biforcarsi per raggiungere le gambe. ‹‹Ma ciò che chiamiamo aneurisma, il tubo dilatato, è in realtà una famiglia di patologie multifattoriali›› chiarisce il professor Civilini, che aggiunge ‹‹l’aneurisma addominale può interessare tutte le età ma più comunemente si manifesta come espressione di un insulto cronico in maschi d’età superiore ai 65 anni››.

Per anni l’arteriosclerosi, a causa delle sue innumerevoli manifestazioni cliniche tra cui l’infarto e l’ictus (in cima alla classifica delle cause di morte nei Paesi occidentali) è stata eletta a principale fattore scatenante della degenerazione aneurismatica delle nostre arterie. ‹‹L’evidenza biomolecolare suggerisce oggi una nuova chiave di lettura, che vede l’aneurisma e la psoriasi come espressione focale di una malattia cronica sistemica in grado di colpire tutto l’organismo›› aggiunge Civilini.

E il passo successivo? Se la comparsa della psoriasi può essere un segnale di una possibile degenerazione aneurismatica dell’aorta addominale, quali sono le mosse per contenere e prevenire il fenomeno? A giudizio del chirurgo vascolare, ‹‹identificare l’infiammazione cronica alla base dello sviluppo e della crescita degli aneurismi apre un enorme capitolo nelle possibilità di prevenire la formazione degli aneurismi senza dover ricorrere alla chirurgia, a oggi unica possibilità di riparare un danno alle arterie potenzialmente mortale››. Il che non significa che tutti i pazienti affetti da psoriasi debbano essere sottoposti a degli esami diagnostici mirati, gli stessi che si fanno quando si sospetta la presenza di un aneurisma del tratto aortico. Innanzi tutto perché, come ci ricorda il professor Civilini, ‹‹per sospettare la presenza di un aneurisma dell’aorta addominale è sufficiente, nella maggior parte dei casi, una visita medica (ma anche l’autopalpazione si è dimostrata efficace) con la valutazione clinica dell’obiettività addominale, il sospetto è quindi confermato mediante una normale ecografia dell’addome››. Piuttosto, a parere del dermatologo, il dottor Bonifati, vi sarebbe la necessità di ‹‹trattare i pazienti sia sotto il profilo terapeutico (in particolare nei pazienti affetti da psoriasi da moderata a severa che necessitano di terapie sistemiche) sia nel prevenire e correggere tutti i fattori di rischio comuni alla psoriasi e alle malattie cardiovascolari››. A riguardo dei fattori di rischio cardiovascolare, le cose si complicano al sopraggiungere della terza età. ‹‹Tutti i soggetti a rischio: uomini fumatori, ipertesi, sedentari, con una familiarità positiva per malattia delle arterie dovrebbero essere sottoposti a un controllo dopo i 65 anni››.

Partendo dalla cura della psoriasi, invece, il dermatologo ricorda che ‹‹intervenire con opportune terapie sistemiche che spengono lo stato infiammatorio che caratterizza la psoriasi può contribuire a ridurre il rischio di eventi cardiovascolari ed eventualmente anche quello concernente il rischio di aneurisma dell’aorta addominale››.

Quindi chi soffre di psoriasi deve o non deve preoccuparsi anche della salute delle proprie arterie? La risposta a questa semplice domanda la chiediamo all’autore dello studio che ha dato il via alla nostra conversazione, il dottor Khalid: ‹‹Ulteriori ricerche sono chiaramente necessarie per dare un senso alle implicazioni cliniche dei nostri risultati. Sappiamo per certo che gli studi fin qui eseguiti hanno stabilito che il trattamento con farmaci antinfiammatori specifici (a base di TNF-inibitori) attenuano i fattori di rischio cardiovascolari in pazienti in cura sia per artriti reumatoidi sia per psoriasi››.

Ciò nonostante, al cospetto di quanto sappiamo a riguardo del legame dell’aneurisma con la psoriasi, la sensibilità del chirurgo vascolare non può più essere quelle di prima. Infatti, la conclusione del professor Civilini è la seguente: ‹‹Dopo aver letto lo studio danese, direi che, in presenza di una storia di psoriasi o delle sue ben riconoscibili lesioni cutanee, avrò certamente un attenzione in più per escludere la presenza di una concomitante lesione aortica››.

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