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È noto che un farmaco, in base al principio attivo che contiene, agisce selettivamente contro determinate condizioni patologiche. Tuttavia, per lo stesso motivo, esso può essere causa di uno o più effetti indesiderati, dei quali fanno fede i lunghi elenchi di affezioni patologiche rammentati nei cosiddetti bugiardini. A volte a questa regola si presentano eccezioni. Nel senso che gli effetti collaterali possono diventare addirittura desiderabili, in quanto positivi. È il caso delle statine. Le statine sono il farmaco più comune nella cura dell’ipercolesterolemia. Tuttavia, a quanto apprendiamo da un nuovo studio danese, presentato all’ultima edizione ESMO (Società Europea di Medicina Oncologica) 2024 di Berlino, le statine avrebbero un ruolo non secondario nei tassi di mortalità più bassi tra le pazienti con tumore al seno riscontrate precocemente.

In base ai preliminari teorici dello studio danese (The MASTER Study), al via nel 2025 come indagine clinica in doppio cieco di fase III, il cui compito sarà confrontare i tassi di mortalità fra le pazienti con tumore al senso trattate con statine rispetto a quelle trattate con un placebo, sono numerosi gli studi che hanno già riscontrato i benefici delle statine fra le donne con tumore al seno.

Come agiscono nello specifico le statine rispetto al tumore del seno? Cominciamo a ricordare come agisce il colesterolo. Come tutti i grassi, il colesterolo non è solubile nel sangue, per il trasporto deve essere assemblato in complessi aggregati ricchi di proteine: sono le lipoproteine plasmatiche, classificate in base al loro peso specifico, che dipende dalla loro composizione lipidica (maggiore è il contenuto lipidico, minore è il peso specifico). Si distinguono così, tra le altre, le LDL (low density lipoproteins = lipoproteine a bassa densità), e le HDL (high density lipoproteins = lipoproteine ad alta densità). Quando in medicina si parla di “colesterolo”, ci si riferisce proprio alle lipoproteine plasmatiche che circolano nel sangue durante il digiuno: la relativa concentrazione si chiama colesterolemia, totale o frazionata nelle sue varie componenti.

Le statine possono privare le cellule tumorali del colesterolo necessario per la sintesi della membrana cellulare, viene spiegato nello studio citato. Le statine sono farmaci che riducono la concentrazione del colesterolo ematico perché inibiscono l’azione di un particolare enzima che ha un ruolo chiave nella produzione di questo lipide così prezioso ma tanto pericoloso quando in eccesso. Le statine inibiscono anche l’aggregazione piastrinica, e possiedono effetti antiinfiammatori, e dunque migliorano le condizioni delle pareti dei vasi. Ne esistono diverse, con piccole variazioni di composizione chimica e di effetti; tra esse ricordiamo: Atorvastatina, Cerivastatina, Fluvastatina, Lovastatina, Pravastatina, Rosuvastatina, Simvastatina.

Inoltre, la malattia cardiovascolare è la seconda causa di morte più comune per le sopravvissute al cancro al seno e, dati gli alti tassi di sopravvivenza nel cancro al seno se riscontrato in fase iniziale, la richiesta di iniziative cardioprotettive e di mantenimento delle cure a base di farmaci cardioprotettivi dopo la diagnosi sono molto alte.

I dati di uno studio randomizzato pubblicato sul «Journal of Clinical Oncology» nel 2017 hanno mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da malattia, dell’intervallo libero da cancro al seno e dell’intervallo libero da recidiva a distanza nelle pazienti con cancro al seno in stadio iniziale se trattate con farmaci per abbassare il colesterolo rispetto a quelle senza trattamento specifico.

Lo studio del 2017 è il parente più prossimo dello studio danese MASTER, uno studio randomizzato, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo il cui compito sarà di confrontare la terapia adiuvante standard più placebo con la terapia adiuvante standard più atorvastatina in pazienti con cancro al seno in fase iniziale, ha affermato uno degli autori di questo studio al Convegno ESMO di Berlino, ricordando altresì che lo studio MASTER sta attualmente reclutando pazienti in Danimarca.

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