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Lo stop pandemico ha fatto saltare o rimandare milioni di visite e interventi, tra i quali gli oculistici salva vista. Che l’emergenza vista meriti una riflessione, è un dato di fatto che preoccupa, a fronte dell’alto numero di pazienti che rischiano la cecità. «In Italia, le malattie che possono portare a una compromissione della vista interessano oltre sei milioni di personespiega Daniela Bacherini, presidente di Yoris, un’azienda leader nella resa per immagini della retina – Degenerazione maculare legata all’età, retinopatia diabetica, cataratta, glaucoma sono le cause principali. Numeri in continua crescita che nei prossimi dieci anni potrebbero raddoppiare non solo per l’aumento dell’aspettativa di vita e delle malattie croniche ma anche a causa dello stop pandemico che ha fatto saltare o rimandare milioni di visite e interventi salva vista.
Come si esce da questa impasse? A parere di Bacherini «Occorre uno sforzo straordinario: organizzativo, formativo e tecnologico, per recuperare il tempo perduto e assicurare la presa in carico di questi pazienti».
Un aiuto può arrivare da professionisti esperti nell’uso di tecnologie avanzate, intelligenza artificiale e telemedicina, le fa eco Rodolfo Mastropasqua, vicepresidente Yoris: «La nuova generazione di giovani oculisti ‘nativi digitali’ può dare un contributo fondamentale in un settore dove la tecnologia sempre più avanzata è parte integrante dell’attività e un fattore fondamentale da cui dipendono gli esiti. Le tecniche di imaging retinico sono una parte imprescindibile dei processi diagnostici e continuo oggetto di studio e ricerca».  
In particolare, ulteriori attenzioni andrebbero rivolte alle patologie della retina legate al diabete, fra le principali cause di cecità al mondo (si stima che dopo 20 anni di diabete, il 99% dei pazienti con diabete di tipo 1 ed il 60% di quelli con diabete di tipo 2 abbiano segni di retinopatia diabetica), ma anche alla degenerazione maculare senile, la prima causa di disabilità visiva nel mondo industrializzato, che colpisce circa 170 milioni di persone nel mondo, una cifra destinata a salire a 288 milioni nel 2040, a parere degli esperti interpellati.
Va detto che la maculopatia diabetica è una particolare forma di retinopatia, più precisamente coincide con la retinopatia essudativa o edematosa, che si distingue da quella ischemico-proliferativa. Due complicanze tipiche del diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2. La retinopatia, a sua volta, può essere proliferante o non proliferante. La non proliferante si presenta lieve, moderata o severa. Con l’avanzare della malattia le pareti dei vasi sanguigni si indeboliscono e si formano i micro-aneurismi. Si tratta di piccoli rigonfiamenti che danneggiandosi danno vita a sanguinamenti. La malattia può manifestarsi anche come edema (accumulo di liquidi) nella parte centrale della cornea (macula) e causare diminuzione della vista. La retinopatia diabetica proliferante è la forma più grave. Accade quando coincide con la crescita anormale di nuovi vasi sanguigni a danno della retina. Questi nuovi vasi possono provocare il distacco della retina oppure un flusso anormale di liquidi nell’occhio che causano il glaucoma, stimolati anche dalla formazione di aree ischemiche nella retina.
Inoltre, alcune delle principali malattie croniche della vista hanno origine cardiovascolare. Cambi improvvisi nella vista con difficoltà a mettere a fuoco, ombre e macchie scure che precludono parte del campo visivo possono essere il sintomo di un micro-aneurisma in corso che si sta sviluppando nelle arterie oculari, con la possibilità di peggiorare ed evolvere in ictus cerebrale. D’altro canto, crescono le evidenze secondo le quali i danni alle arterie oculari sono il campanello d’allarme di una malattia cardiaca in corso.
«Alla luce di questi dati appare chiara l’importanza della diagnosi precoce e come per i medici avere a disposizione strumenti in grado di studiare le strutture retiniche in maniera dettagliata, meno invasiva e più rapida consenta una migliore gestione della patologia sottolinea Enrico Borrelli, vicepresidente Yoris – Inoltre, le immagini digitali vengono raccolte nel corso della visita, conservate e poi confrontate con le immagini raccolte alle visite successive in modo da poter seguire l’andamento delle patologie nel tempo. L’integrazione in programmi più ampi di screening e teleoftalmologia, combinata con l’intelligenza artificiale, rappresenta un’entusiasmante opportunità per la prevenzione delle complicanze oculari».

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