di Italo Richichi
Un premio per l’opera di divulgazione dei capisaldi che hanno fatto della Dieta Mediterranea un importante traguardo culturale per tutta l’umanità. Essendoci fatti interpreti del mangiar sano che la Dieta Mediterranea professa da molti anni, è toccato anche a noi essere insigniti di un importante riconoscimento per l’impegno profuso a favore della cultura dell’alimentazione e della prevenzione cardiovascolare
È con innegabile soddisfazione, umana e professionale, che ho accolto la notizia che una benemerita associazione femminile, in accordo con il Comune di Milano, ha deciso di premiarmi per i meriti raggiunti in medicina attraverso la creazione della Scuola Italiana della Dieta Mediterranea (SIDMe). Si tratta di un riconoscimento «a chi, negli ultimi anni, con il proprio impegno, ha contribuito alla valorizzazione del patrimonio umano, culturale e sociale del nostro Paese» si legge nella lettera d’incarico, redatta dalla Federazione Italiana delle Donne Arti Professioni e Affari, sezione Mediolanum (Milano). A dire il vero, non sono l’unico premiato, insieme a me sono stati insigniti del riconoscimento altri professionisti, «uomini e donne distintisi nel campo della cultura, del sociale, dell’imprenditoria e della medicina».
L’award ci è stato consegnato dalla Direttrice della iniziativa, la dottoressa Rachele Capristo. La cerimonia si è tenuta il 20 maggio scorso nella splendida cornice della Sala Alessi di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, l’ente patrocinatore. Il premio è un importante riconoscimento, giacché era «motivato dall’intento di scoprire e conoscere attraverso l’esempio delle eccellenze, il pensiero, la cultura, la laboriosità e l’ingegno di quelle persone, di quegli Enti che hanno reso migliore il nostro Paese».
Per quanto mi riguarda è l’impegno di una vita che viene valorizzato. Un medico cardiologo è consapevole che la cura più immediata contro le malattie cardiovascolari è la prevenzione. Per questo il motivo, quasi trent’anni fa, ho deciso di fondare la nostra rivista. Il magazine che avete fra le mani e state sfogliando è servito e serve a far conoscere, attraverso la divulgazione, i capisaldi della prevenzione cardiovascolare. A esso si è aggiunta l’iniziativa della Scuola della Dieta Mediterranea, la cui finalità è diffondere la cultura della corretta alimentazione e di un sano stile di vita, allo scopo di prevenire le malattie cardiovascolari e degenerative.
Il sottoscritto, dopo un trascorso ventennale di clinica cardiologica, ha deciso di dedicarsi alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, tentando di ridurne i danni o addirittura di evitarle. Questo tipo di approccio alla malattia spinge, tra le altre cose, a interrogarsi su quello che si mangia. L’alimentazione deve rimanere uno strumento e non un obiettivo, preferendo la tattica di mangiare per vivere e non vivere per mangiare. Attraverso le iniziative della SIDMe, si possono conoscere, capire e realizzare le regole principali dell’alimentazione equilibrata, la cui massima espressione resta la Dieta Mediterranea.
Quando, tanti anni fa, terminavo gli studi classici nel liceo di Nicotera, Ancel Keys, il padre della Dieta Mediterranea, aveva concluso da due anni il progetto pilota nella cittadina calabrese, segnalando che l’incidenza dell’infarto e delle malattie cardiovascolari era praticamente inesistente fra la gente del posto, al contrario di quello che accadeva nel resto del mondo. In quegli stessi anni Keys aveva da poco avviato il Seven Countries Study, la ricerca capolavoro destinata a cambiare le conoscenze del mondo sull’impatto dell’alimentazione sulle malattie cardiovascolari.
La Dieta Mediterranea, portata a confronto con altri tipi di diete, ha la capacità di ridurre e limitare le principali malattie che condizionano l’esistenza dei popoli. Una delle peculiarità di questa dieta è l’alta quantità di derivati vegetali, a garanzia che il 70% dei grassi e delle proteine che propone sono di origine vegetale e solo il 30% sono di origine animale. È una dieta il cui maggior pregio è quello di tenere lontane le malattie cardiovascolari e tumorali, le quali, nei Paesi industrializzati, sono responsabili del 75% di tutti i decessi.
A Nairobi (Kenia) il 16 novembre 2010, sotto l’egida dell’UNESCO, la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta “Patrimonio culturale dell’umanità”. Il significato di questo riconoscimento supera le aspettative più rosee che si potessero immaginare. Che la Dieta Mediterranea sia salita sulla vetta più alta del mondo, rappresenta il raggiungimento di un obiettivo molto importante. Il cibo ha smesso di essere solo un alimento divenendo un modello culturale filtrato attraverso la storia e la tradizione millenaria dei popoli che hanno dato vita alla civiltà mediterranea.
A noi come SIDMe il compito di essere uno dei testimoni di questo importante primato culturale e sanitario.