Un camper come presidio sanitario itinerante che aiuti a individuare chi, essendo diabetico o/e iperteso o/e obeso o/e con dislipidemie, sia a rischio di sviluppare lo scompenso cardiaco e ancora non lo sa, oppure chi lo sa, perché ha già ricevuto una diagnosi e si sta curando ma in modo non adeguato all’evoluzione della malattia, forse perché non sta facendo tutti i controlli di follow-up, oppure a causa del protrarsi delle liste d’attesa da imputarsi alla pandemia in corso. È questo, in sostanza, l’obiettivo numero uno del camper che sta girando per l’Italia allo scopo di fare prevenzione sullo scompenso cardiaco, come ci ha raccontato Salvatore Di Somma, cardiologo, professore di Medicina Interna presso l’Università di Roma La sapienza e direttore del comitato scientifico AISC, l’associazione Italiana Scompensati cardiaci.
Lo scompenso cardiaco è una patologia che registra ogni anno nuovi casi, indicativamente 20 ogni 1000 individui tra 65 e 69 anni, che aumentano ampiamente nella popolazione over-85 – si legge in una nota informativa AISC, che così continua: lo scompenso cardiaco rappresenta la causa più comune di ricovero tra gli ultra 65enni e si stima che, entro il 2021, rappresenterà la terza causa di decessi in tutto il mondo.
L’insufficienza cardiaca è una malattia cronica in base alla quale il cuore non è in grado di soddisfare la domanda di ossigenazione del sangue che serve all’organismo per espletare le mansioni di ogni giorno. Tale insufficienza della funzione di pompa del cuore può verificarsi sia con una gettata del cuore sia normale oppure ridotta.
A distanza di cinque anni dalla prima manifestazione clinica, il primo tipo di insufficienza cardiaca (a funzione di eiezione del cuore normale) registra una mortalità del 30-40%. Il secondo tipo (a funzione di eiezione del cuore ridotta) invece, ha una prognosi migliore: in quanto i trattamenti permettono di prolungare le aspettative di vita, con percentuali di sopravvivenza più favorevoli. Si tratta di trattamenti specifici solo per questo tipo di scompenso cardiaco, che poco si adattano alla prima forma di insufficienza cardiaca, ancora inesplorata da un punto di vista terapeutico. Gli studi clinici recentemente hanno però dimostrato che una classe di farmaci usati finora per altro (STG2 inibitori) sono efficaci nel ridurre la mortalità in questo tipo di insufficienza cardiaca. Inoltre, contro il primo tipo di insufficienza cardiaca non viene in soccorso neppure la chirurgia, diversamente a ciò che accade per il secondo tipo, in cui i casi più gravi vengono, di regola, sottoposti a trapianto cardiaco come ultima spiaggia.
Nonostante questi dati, il livello di consapevolezza da parte della popolazione è ancora troppo basso e pertanto le campagne di informazione e sensibilizzazione rivestono un ruolo fondamentale al fine non solo di migliorare la consapevolezza delle persone che ogni giorno si trovano a fronteggiare questa patologia, ma anche per promuovere una maggiore conoscenza della stessa nella popolazione generale allo scopo di intercettare la malattia nella sua fase inziale e migliorarne la prognosi.
Per questo, AISC sta promuovendo un programma di iniziative volte a diffondere la conoscenza dello scompenso cardiaco non sempre recepito come vera e propria patologia, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’attenzione ai sintomi, ad affrontare l’emergenza della malattia, ma soprattutto alla sua prevenzione, «promuovendo l’adozione in via prioritaria di un corretto stile di vita e un’appropriata aderenza terapeutica», viene precisato nel documento citato.
«È proprio in questo contesto che anche quest’anno, abbiamo voluto ripetere l’iniziativa del Punto Itinerante AISC, rappresentato da un camper adibito ad ambulatorio con a bordo medico e infermiere con la possibilità di offrire a tutti coloro che lo desiderano una visita di controllo per identificare i fattori di rischio per lo scompenso cardiaco e/o la malattia renale cronica (per quest’ultima sono previsti test per la misurazione della creatinina e del Volume di Filtrazione Glomerulare), e per fornire materiale informativo sulla patologia – afferma Porzia De Nuzzo, Presidente AISC – anche per un’opportuna attività di prevenzione».
L’ambulatorio itinerante AISC ha tagliato il nastro di partenza il 28 settembre scorso da Piazza di Monte Citorio e sta proseguendo alla volta dei centri territoriali AISC di Roma, Firenze, Lucca, Padova, Brescia, Tradate, Como, Treviso, Trento, Bari, Vieste, Telese Terme, Reggio Calabria, Catania, Caltanissetta, Jesi e Napoli.
«L’attenzione ai sintomi, l’aderenza alla terapia, uno stile di vita corretto, l’informazione sull’evoluzione della patologia devono essere un patrimonio dei pazienti e di tutti coloro che di loro si prendono cura per evitare situazioni di emergenza e quindi di ospedalizzazione», sottolinea il Prof. Salvatore Di Somma.
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