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La Società Europea di Ipertensione (ESH) si è pronunciata di recente a favore dell’impiego razionale di un numero elevato di nutrienti, nutraceutici e fitoterapici, elaborando un programma focalizzato su un numero minore di composti attivi rispetto a quanto la Società Italiana di Ipertensione Arteriosa (SIIA) ha prodotto nel 2019  in un documento di consenso più ampio.
Entrambi i documenti sottolineano l’importanza di non considerare mai l’approccio nutraceutico in sostituzione di quello farmacologico, quando questo sia indicato.
Ad oggi le Linee Guida raccomandano una terapia farmacologica per il trattamento dell’ipertensione, ma anche di porre attenzione allo stile di vita. Suggeriscono di modificare l’alimentazione (meno sale, più pesce e uso di alcol limitato), eliminando il fumo e praticando regolare attività fisica. Diversi studi scientifici hanno confermato, infatti, che l’effetto sinergico determinato dalla combinazione di queste diverse strategie comporta importanti vantaggi per il benessere dell’apparato cardiovascolare. Il mix di dieta e di esercizio fisico permette però vantaggi misurabili solo nei pazienti più virtuosi e a distanza di mesi. Al fine di aiutare le persone che hanno maggiore difficoltà a seguire queste indicazioni, la ricerca scientifica ha identificato sostanze (nutraceutici), che vanno da alimenti specifici a minerali, lipidi, proteine intere, peptidi, aminoacidi, probiotici e vitamine con possibili effetti emodinamici misurabili sulla pressione arteriosa.
La barbabietola rossa è un alimento che agisce da antipertensivo naturale. È la maggior fonte spontanea di nitrati organici, che sono dei derivati dell’ossido nitrico, un gas che l’organismo produce normalmente e che funziona come regolatore dell’azione fra gli ormoni e i neurotrasmettitori. Grazie a questa azione, se la barbabietola viene assunta come integratore alimentare ha effetti immediati sul flusso sanguigno. Sono effetti particolarmente evidenti negli atleti, nei quali si assiste a un miglioramento della resistenza cardiorespiratoria. Si tratta di un’azione che favorisce la crescita dei muscoli, aumenta il flusso di sangue verso i tessuti muscolari e abbrevia i tempi di recupero dello sforzo fisico.
Una dimostrazione degli effetti antipertensivi è contenuta in una recente metanalisi di 13 trial clinici controllati contro placebo, che ha coinvolto 325 persone. Integratori alimentari a base di barbabietola rossa risultano associati a una diminuzione dei valori della pressione sistolica di 4 mmHg e di quella diastolica di 2 mmHg, rispetto al placebo. Inoltre, stando agli effetti potenzialmente interessanti, evidenziati da una metanalisi di 12 studi clinici che hanno coinvolto 246 volontari, il calo dei valori della pressione arteriosa sembra correlato a un miglioramento significativo della funzione vascolare, con risultati proporzionati alla dose e inversamente proporzionali all’età, all’indice di massa corporea, al livello della pressione arteriosa sistolica.
Anche il magnesio e la vitamina C intervengono sulla diminuzione dei valori pressori. In particolare, il magnesio ha un’azione diretta sul tono e sulla reattività vascolare e concorre alla prevenzione del danno vascolare grazie agli effetti antiossidanti e antinfiammatori. Lo si evince da una metanalisi che ha analizzato la supplementazione di magnesio sui livelli pressori, con ben 34 studi randomizzati in doppio cieco e oltre 2mila pazienti in totale, dimostrando che il magnesio, rispetto al placebo, riduce la pressione sistolica di 2-3 mmHg e quella diastolica di 3-4 mmHg. 
Inoltre, è nota l’azione antiossidante della vitamina C, o acido ascorbico, che influisce sulla funzionalità endoteliale con miglioramenti dei valori pressori del 50% nelle persone sane, nei diabetici e in caso di scompenso cardiaco, come emerso da una metanalisi condotta su 44 studi clinici. La supplementazione con vitamina C sembra migliorare anche l’efficacia dei tradizionali farmaci antipertensivi, come quelli a base di amlodipina, e ridurre i livelli sierici di acido urico.
Infine, anche la tiamina (o vitamina B1) e la vitamina D giocano un ruolo importante nella prevenzione dell’ipertensione nelle persone con livelli pressori medio-alti. La carenza di tiamina è piuttosto frequente negli anziani, in chi segue una terapia con diuretici, nei forti consumatori di alcol, caffè, tè, pesce crudo, ed è stata associata a diverse malattie cardiovascolari, oltre a rappresentare uno dei fattori di rischio di diabete, obesità, aritmie e dislipidemia.
Negli ultimi decenni si è scoperto che la vitamina D ha effetti diretti sulle cellule vascolari. La supplementazione con vitamina D non sembra avere lo stesso risultato in tutti i soggetti, ma privilegia di più i soggetti di età superiore a 50 anni e gli obesi per gli effetti sulla pressione sistolica, mentre quella diastolica sembra ridursi di più in chi è già iperteso.

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