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di Nicoletta Dellerma

Muoversi fa bene, e quasi tutti, con i dovuti accorgimenti, possono farlo, ma proprio per questo è necessario sottoporsi a un controllo medico sia che si voglia fare un po’ di attività in palestra, sia per rappresentare l’Italia alle Olimpiadi. Va da sé che i controlli medici, nei due casi, sono molto diversi

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Icontrolli medici non riguardano soltanto gli sportivi professionisti o gli atleti di alto livello ma tutti coloro che si decidano a praticare una qualsiasi attività sportiva. Naturalmente questi accertamenti vanno eseguiti solo da professionisti, come da obbligo di legge. Ma vediamo di fare chiarezza cercando di capire cosa dice la legge a riguardo.

Il decreto legge 69 del 2013 e successivamente le “Linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica” dell’8 agosto 2014 è il testo con cui il ministro della Salute Lorenzin ha cercato di fare chiarezza sull’argomento.

Bisogna dire quello che sembra logico: muoversi fa bene, e quasi tutti, con i dovuti accorgimenti, possono farlo, proprio per questo è necessario sottoporsi a un controllo medico sia per andare a fare un po’ di attività in palestra, sia per rappresentare l’Italia alle Olimpiadi. Va da sé che i controlli medici, in questi due casi, sono molto diversi.

Ma facciamo un passo indietro. In Italia, ogni anno circa 100 persone perdono la vita durante l’attività fisica ricreativa, molto spesso per problemi di tipo cardiaco: sono ciclisti, calciatori dilettanti, ragazzi che fanno educazione fisica a scuola.

Secondo i dati della Fondazione Castelli, unica in Italia che dal 2006 tiene un registro delle morti improvvise durante l’attività sportiva, nel 2012 i decessi nel ciclismo sono stati quasi 43 tutti e oltre 28 si sono verificati durante calcio e calcetto. La Fondazione è nata per ricordare Giorgio Castelli, calciatore dilettante, morto a 17 anni per un arresto cardiaco durante un allenamento.

Anche per questo è importante capire quali sono i controlli da fare per praticare sport in sicurezza.

Vediamo dunque quali sono le linee guida per la visita e la certificazione di idoneità alla pratica sportiva agonistica per coloro che praticano o intendono accedere a un’attività sportiva.

Attività agonistica

La legislazione italiana (D.M. 18/2/82, 28/2/83, Circolare 18/3/96) impone a chiunque si appresti a iniziare o che già pratichi un’attività sportiva denominata agonistica dalle Federazioni Sportive Nazionali affiliate al CONI, dagli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti e dai partecipanti alle fasi nazionali dei Giochi della Gioventù, di sottoporsi con periodicità annuale o biennale (a seconda dello sport) a una visita d’idoneità effettuata da un medico specialista, distinguendo tra la visita prevista per l’attività agonistica e quella per l’attività non agonistica.

In particolare la visita medica preventiva d’idoneità agonistica è obbligatoria per legge (D.M. 18.2.82 e successive integrazioni) e a titolo gratuito:

– per gli atleti dall’età minima agonistica per lo sport praticato fino al compimento del 18° anno (in base al DM 18/2/1982) appartenenti a Società Sportive affiliate a una Federazione del CONI;

– per gli sportivi disabili di qualsiasi età (in base al DPCM del 28/11/2003) le cui attività sportive agonistiche sono distinte fra impegno lieve-moderato e impegno elevato. Gli esami sono simili a quelli previsti per gli sport agonistici ma adattati alla disabilità (per esempio il test da sforzo si esegue con l’ergometro a manovella).

Le Federazioni sportive nazionali del CONI o gli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI stabiliscono le modalità e l’età d’inizio per effettuare la visita di idoneità sportiva agonistica specifica.

L’età di ingresso varia da sport a sport, per esempio:

– 7 anni: tennis tavolo, pattinaggio artistico, moto minicross;

– 8 anni: nuoto, ginnastica, bocce, karting, pattinaggio su ghiaccio;

– 9 anni: sci (alpino e nordico), vela, tiro con l’arco, canottaggio;

– 10 anni: tennis, taekwondo, hockey su prato;

– 12 anni: calcio, pallacanestro, pallavolo, atletica leggera, rugby, arti marziali, judo;

– 14 anni: tiro a volo, moto enduro, cross, trial, velocità, pugilato.

La richiesta di visita medica, per il rilascio dell’idoneità alla pratica sportiva agonistica, deve essere effettuata dal presidente della società di appartenenza dell’atleta.

A seconda dell’impegno fisico gli sport vengono suddivisi in due tabelle:

– A) con impegno muscolare e cardiorespiratorio lieve, la visita deve essere effettuata ogni 2 anni (per esempio bocce, golf, tiro con l’arco);

– B) con impegno muscolare e cardiorespiratorio intenso, la visita deve essere effettuata una volta all’anno (per esempio calcio, atletica leggera, tennis);

Come si svolge la visita medica d’idoneità agonistica? La visita medica dovrebbe comprendere:

– accurata indagine anamnestica;

– valutazione strutturale antropometrica (peso, altezza);

– ECG a riposo;

– ECG dopo esecuzione di step test (test da sforzo submassimale) della durata di tre minuti su gradino di altezza variabile (30, 40, 50 cm rispettivamente per bambini, femmine e maschi) con il calcolo dell’ IRI (indice rapido d’idoneità) per la valutazione clinica del grado di tolleranza allo sforzo fisico;

– visita cardiologica;

– esame spirometrico computerizzato, che deve rilevare i seguenti parametri:

• capacità vitale (CV),

• volume espiratorio massimo al secondo (VEMS),

• indice di Tiffeneau (VEMS/CV),

• massima ventilazione volontaria (MVV);

(dove necessario, deve essere effettuato test di provocazione bronchiale in corsa libera su tappeto rotante con esame spirometrico basale e successive spirometrie seriate sotto sforzo e post sforzo per la diagnosi o la valutazione dello stato clinico dell’asma da sforzo);

– esame generico dell’acuità visiva mediante ottotipo luminoso;

– esame del senso cromatico (solo per gli sport motoristici);

– esame dell’udito (rilievo indicativo della percezione della voce sussurrata a 4 metri di distanza);

– esame delle urine.

Per quanto riguarda l’attività fisica non agonistica, le nuove Linee guida danno indicazioni su quali sono le attività sportive non agonistiche soggette a obbligo di certificazione, definiscono quali sono i medici che possono rilasciare le certificazioni (pediatri, medici di medicina generale e medici di medicina dello sport), nel rispetto delle indicazioni fornite dalla legge, ricordando che i controlli sanitari devono essere annuali.

Le categorie che devono fare il certificato:

– gli alunni che svolgono attività fisico-sportive parascolastiche, organizzate cioè dalle scuole al di fuori dall’orario di lezione;

– coloro che fanno sport presso società affiliate alle Federazioni sportive nazionali e al CONI (ma che non siano considerati atleti agonisti);

– chi partecipa ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale.

La visita dovrebbe comprendere:

– accurata indagine anamnestica;

– misurazione della pressione arteriosa;

– valutazione strutturale antropometrica (peso, altezza);

– ECG a riposo.

Questo genera una situazione un po’ confusa, per esempio sui corsi: se il corso di nuoto è organizzato dalla piscina non servirà il certificato, se invece lo organizza una Società sportiva affiliata alla Federazione nuoto o al CONI, pur essendo attività non agonistica, servirà il certificato.

Ma cosa succede invece per le attività degli adulti, per esempio, in palestra?

Quando si va in un centro sportivo che sia una palestra o una piscina e ci si iscrive, si accetta il regolamento vigente firmando il contratto di iscrizione. Se internamente la regola è che per allenarsi ci sia bisogno di presentare un certificato medico, bisogna farlo e sostanzialmente è una forma di tutela; è infatti importante intraprendere un’attività sportiva di qualsiasi tipo solo dopo aver fatto la visita da uno specialista in medicina dello sport. Le strutture lo chiedono per tutelarsi e tutelare il loro iscritto, e assicurarsi che sia in buono stato di salute, non sia gravemente iperteso, non abbia delle cardiopatie e non presenti patologie che potrebbero controindicare alcuni tipi di sforzi fisici. Inoltre, le palestre affiliate al Coni sono obbligate a esigere il certificato e spesso la richiesta si estende anche a quelle palestre che stipulano delle assicurazioni private che rispondono solo dietro la presentazione del documento. Quindi, potrebbe succedere che, per lo stesso tipo di attività, una palestra chieda il certificato e un’altra no.

Dal punto di vista della sicurezza della tutela della salute sarebbe certamente più opportuno fare comunque una visita medica, ma certamente per attività ludico-motorie l’intenzione del ministro era quella di evitare un costo per il cittadino.

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