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di Fulvio Massini

Ammettilo, da quando fai triathlon non sei mai stato così in forma. Ti piaceva fare le scampagnate con la bici, ti piaceva correre durante la settimana e magari da giovane eri nelle selezioni regionali del nuoto. E bel un giorno, dal niente, hai deciso che era arrivato il momento di fare il grande passo

Il triathlon e in grado di unire le tre competenze di corsa, nuoto e bici per scoprire che l’unione è sempre maggiore della somma delle singole parti. Il triathlon è uno sport forse più giovane di te, lettore. Nasce nel 1977 a seguito di una discussione tra amici: quale gara che si disputa alle Hawaii è più faticosa? La Waikiki Rough Swim di 3,8 km? La Oahu Bike Race di 180 km? O la Maratona di Honolulu? La risposta è stata: tutte e tre messe insieme. Il triathlon però non è una somma di sport, ma una moltiplicazione. Il breve tempo a disposizione nella fase di transizione non basta per recuperare, neanche nelle distanze sprint. Il carico di lavoro accumulato dal corpo serve per non mollare e continuare ad andare avanti, portando l’impegno cardiovascolare ad alto livello per tempi prolungati.
Il triathlon è visto a volte come lo sport di “rifugio” per gli atleti di resistenza che non riescono più a esprimere il loro massimo potenziale. Concorderete che come rifugio sarebbe più comodo il divano di casa propria. Il triathlon è uno sport di sofferenza, sia in gara che non. Costringe chi lo pratica ad allenamenti mattutini. Doppie sessioni giornaliere. E anche alla palestra. È uno sport che si può iniziare in tarda età senza aver fatto prima niente? Certo, ma servirà molto più tempo, almeno 2/3 anni, per riuscire a fare quadrare il cerchio. E cioè a incastrare gli orari, disporre del materiale giusto, trovare compagni di allenamento, sapersi gestire come Dio comanda. Molto più facile è entrare nel meccanismo per chi già conosce almeno uno di questi sport e le relative preparazioni.
Ecco qualche consiglio su come affrontare il mondo del triathlon:
– informarsi sempre sul tipo di gara (distanza, fondo, dislivello) per ottimizzare la preparazione. Nel caso quella prescelta non vada bene, sceglierne un’altra;
– corpo e mente ti faranno sentire più stanco in certi periodi e più riposato in altri. Considerare di avere un’équipe di persone a cui chiedere consigli: esperti, non solo gli amici;
– dieta e allenamento risultano fondamentali per riuscire ad arrivare all’obbiettivo nella miglior forma possibile;
– la propria biomeccanica è da approfondire sapendo che lo stile non sarà mai ineccepibile per tutte e tre le discipline. Inoltre, l’occhio esterno percepisce situazioni che l’atleta può ignorare;
– relax, anche e soprattutto durante la gara. Di aiuto è pensare solo positivo;
– scontato ma mai banale: consultare sempre il meteo. Gli allenamenti di bici portano lontano. Anche la corsa è in balia del meteo. Il cambio per la piscina deve essere sempre pronto;
– visualizzazione: riuscire a immaginarsi sul percorso è parte del successo finale;
– ancora sulla visualizzazione: riuscire a controllare il proprio respiro è fondamentale;
– automassaggio e stretching sono sempre i benvenuti nei giorni di riposo e per migliorare la performance;
– manutenzione della bici: aprire le orecchie quando si porta la bici a riparare. Imparare il più possibile a cavarsela da sé è un must, saper cambiare una gomma l’abc;
– integratori e acqua: fare una scelta accurata. Inutile pagare di più una bici più leggera se poi si è costretti a portarsi dietro vettovaglie in eccesso;
– sicurezza: il casco in bici è imprescindibile;
– la vasellina è da spalmare nei punti più interessati dalla frizione: spalline in bici, ascella, capezzoli e interno coscia nella corsa;
– mai partire senza ciabatte, indipendentemente dalla stagione;
– scontato ma non banale: anche se si è costretti a muoversi per ore, ciò non giustifica il non riscaldarsi;
– avere consapevolezza dei propri limiti anche per non essere d’intralcio agli altri. Se non si conosce ancora il proprio livello di preparazione conviene partire dalle ultime posizioni per scoprilo;
– lo stare in scia quando si pedala non sempre è permesso. Leggere il regolamento!
– focalizzare mentalmente la transizione a fine frazione;
– la tuta non si abbassa al volo: approfittare del cambio per tirare il fiato;
– spingere la bici dalla sella: quando il pedale si scontra con il polpaccio, il polpaccio ha sempre la peggio;
– se si usano il più possibile i ristori si ha meno peso da portarsi dietro;
– partire e finire con il cambio leggero: ciò aiuterà nel passaggio agli altri due sport;
– ignora le gambe: la medaglia è più importante.

(Scritto con la collaborazione di
Filippo Galattini).

 

(Scritto in collaborazione con Filippo Galantini)

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