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Nell’epoca attuale, tutto sembra misurabile. Vuoi sapere quanti passi devi fare per sentirti fisicamente attivo? C’è chi è pronto non solo a dirtelo ma anche a caricare simili valori su un applicazione per smartphone, con tanto di riproduzioni del corpo umano che rappresentano i traguardi fisici che si raggiungono in base alla progressione delle performance sportive. Inutile dire che molte di queste trovate sono specchietti per le allodole che cavalcano una moda. Ma l’idea che tutto si debba tradurre in numeri per essere credibile fa ormai parte del nostro immaginario collettivo. Per non essere da meno, l’Istituto Superiore di Sanità Italiano, dal 2006 ha istituito PASSI, con l’obiettivo di effettuare un monitoraggio completo dello stato di salute della popolazione adulta italiana, come si legge sul sito. È lo stesso ente che tutti gli italiani hanno imparato a conoscere dall’inizio della pandemia, all’epoca in cui il suo presidente Silvio Brusaferro presiedeva le conferenze stampa quotidiane durante le quali, insieme ad altre cariche della Sanità italiana, era chiamato a metterci la faccia con coraggio per fare il punto sul dilagare del Covid-19 nel nostro Paese.
Tra i vari aspetti che PASSI tiene sotto osservazione ci sono le abitudini di mobilità attiva degli italiani. Con questo termine non si allude a qualcosa di generico. Non solo. Con mobilità attiva è sottointesa «la scelta di andare in bicicletta o a piedi per recarsi a lavoro o a scuola o nei propri spostamenti abituali, in alternativa all’uso di veicoli a motore». E siccome l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda di praticare almeno 150 minuti a settimana di attività moderata, consigliando inoltre di svolgere sessioni di almeno 10 minuti per ottenere benefici cardio-respiratori, ecco che andare in bicicletta o percorrere dei tragitti a piedi per gli spostamenti abituali equivale a fare attività fisica moderata. Il che, tradotto in cifre, nella logica di PASSI significa ricorrere alla mobilità attiva, a patto di fare «uso di bicicletta o spostandosi a piedi, per almeno 10 minuti in ogni occasione e cumulando almeno 150 minuti settimanalmente». In questo modo, il raggiungimento dei livelli minimi di attività fisica raccomandati da OMS è garantito, «indipendentemente dall’attività fisica praticata nel tempo libero o durante l’attività lavorativa».
Ricordiamo che lo scopo dichiarato delle iniziative sanitarie concepite per spin­gere la gente a fare più sport nell’ambito del programma varato dall’OMS è quello di ottenere un calo sensibile delle mortalità precoce dovuta alle malattie cardiovascolari, alle affezioni respi­ratorie croniche e ai tumori, e una netta inversione di tendenza dell’attuale crescita delle malattie del metabolismo come il diabe­te e l’obesità.
Tutto questo per dire, che la mobilità attiva coincide con la scelta di abitudini virtuose da introdurre nella pratica quotidiana. Per lo meno come zoccolo duro, di attività irrinunciabile. A questo riguardo, stando alle proiezioni statistiche di PASSI (aggiornate al 2020) scopriamo che il 43,5% degli italiani pratica la mobilità attiva. Il 10% si avvicina all’obbiettivo dei 150 minuti settimanali di attività fisica moderata andando soprattutto in bicicletta, il 40,5% ricorrendo di più alla camminata.
A proposito di bici, ci sono regioni in cui il ricorso alle due ruote supera la media nazionale. Accade in Toscana (16,5%) in Emilia-Romagna (19,3%) in Friuli-Venezia Giulia (15,9%) in Veneto (21,1%) ma soprattutto nella provincia di Bolzano (26,2). Guarda caso, regioni ben servite da piste ciclabili costruite anche in previsione dell’impatto turistico. Non a caso, compulsando siti turistici, si scopre che le più belle e frequentate piste ciclabili italiane si trovano in queste regioni. Verificare per credere e, magari, per programmare almeno uno scampolo delle vacanze estive in biciletta. Ricordiamo che non è necessario partire da casa con la bici di proprietà, ammesso di averne una adatta e attrezzata per il cicloturismo. In tutta Italia, la possibilità di noleggiare bici adatte al turismo variamente inteso è ormai una pratica diffusa e Internet, anche da questo punto di vista, facilita di molto le prenotazioni.

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