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Qual è la relazione fra l’esposizione al PM e i livelli di lipidi nel sangue? Sebbene siano state documentate alcune prove relative all’esposizione a lungo termine al PM su lipidi nel sangue, non sono disponibili studi che ne esplorino l’effetto a breve termine.

Uno nuovo studio cinese ha cercato di fare luce sulla questione, indagando l’impatto del PM 2,5 su colesterolo e trigliceridi. Prendendo a modello una città di medie dimensioni come Yixing, situata nell’Ovest della Cina con una popolazione di 1,24 milioni di abitanti, lo studio ha incluso un totale di 197˙957 persone, età media 47/48 anni di cui il 55% di sesso femminile. I pazienti si sono rivolti per necessità terapeutiche presso l’ospedale maggiore della città fra il 2015 e il 2020, quelli reclutati e lo sono stati indipendentemente dalle malattie per le quali erano sotto osservazione. Unici criteri di esclusione, non dovevano seguire una terapia con farmaci ipolipemizzanti oppure essere lavoratori la cui esposizione alle polveri sottili rientrava tra i fattori di rischio professionale.

Il PM 2,5 è riconducibile alle polveri ultrasottili presenti all’interno di quelle di PM 10. Le une e le altre sono tra gli agenti inquinanti causati dalla combustione delle sostanze fossili come il petrolio e i suoi derivati, il legno e il carbone. Avendo un peso specifico più leggero, il PM 2,5 permane nell’atmosfera più a lungo ed è in grado di penetrare maggiormente in profondità nell’organismo umano, raggiungendo i sistemi cardiovascolare e linfatico, oltre quello respiratorio come fa il PM 10. Per questo motivo il PM 2,5 è considerato una delle minacce più serie durante gli inverni secchi nelle città, quando le centraline di rilevazione schizzano verso l’alto a causa del riscaldamento abitativo, che va ad aggiungersi ai valori già alti dovuti al traffico veicolare e ai processi industriali, senza che pioggia e vento intervengano per disperderli nell’atmosfera.

Ciò detto, in base ai risultati dello studio cinese, è emerso che il PM 2,5 aumenta il livello di colesterolo (“cattivo”) lipoproteico a bassa densità (LDL) e il colesterolo Totale (TC) ma non i trigliceridi.

Per ogni aumento di 10 μg/m3 delle particelle PM2.5, i livelli di trigliceridi sono diminuiti dello 0,5447%, i livelli di LDL sono aumentati di 0,0127 mmol/L, quelli di TC di 0,0095 mmol/L e nessuna concentrazione significativa è stata osservata nel colesterolo (“buono”) lipoproteico ad alta densità (HDL).

Inoltre, l’impatto dell’esposizione a PM a breve termine sulla concentrazione di LDL e TC fa supporre che quest’ultima potrebbe peggiorare con l’età. Coerentemente con studi precedenti, lo studio cinese conferma che le persone anziane sono più vulnerabili alle polveri sottili.

Uno dei consigli più utili nei periodi anche di breve durata di incremento del PM 2,5 è che le persone stiano al chiuso più tempo possibile e, nel caso, che facciano attività fisica indoor. Inoltre, è auspicabile che pianifichino le uscite all’aria aperta nei momenti in cui il PM 2,5 è più basso, il che solitamente accade la mattina presto. Altro accorgimento raccomandato dagli esperti, è evitare le aree di intenso traffico automobilistico, magari dando il buon esempio a usare l’auto il meno possibile. Infine, essere certi di assumere tutti i farmaci cardiovascolari che il medico prescrive.

Da un censimento USA del 2014-2015, i ricercatori hanno misurato l’ecosostenibilità per contea negli Stati Uniti e l’hanno confrontata con i tassi di mortalità per malattie nazionali dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie cardiache (Atlas). Hanno anche sovrapposto i dati delle misurazioni della qualità dell’aria per ciascuna contea e le informazioni dell’Ufficio censimento su età, razza, istruzione e reddito. Risultato, per ogni microgrammo in più di PM 2,5 presente in ogni metro cubo di aria, i decessi dovuti a malattia cardiovascolare crescono di circa 39 unità ogni 100 mila abitanti. Di contro, ad ogni aumento di 0,1 unità dell’indice di vegetazione (DNVI) corrispondono 13,2 morti in meno per lo stesso numero di abitanti.

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