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Paola Centeleghe, responsabile della struttura semplice di Cardiologia Riabilitativa dell’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano.

Nell’immaginario collettivo le malattie cardiovascolari interessano soprattutto il sesso maschile: questo falso mito è in parte giustificato dal fatto che, agli inizi degli anni ’50, quando sono cominciati gli studi epidemiologici sulle malattie cardiovascolari, si pensava che esse colpissero solo i maschi. I primi studi su donne e malattie cardiovascolari datano agli anni ’90. Solo allora s’è capito che nelle donne le malattie cardiovascolari tendono a comparire dopo i 50 anni, quando il ciclo mestruale scompare, e si manifestano meno eventi ma di tipo più grave. Alla luce di queste semplici considerazioni, nient’affatto scontate, la dott.ssa Paola Centeleghe, responsabile della struttura semplice di Cardiologia Riabilitativa dell’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano, in un documento divulgativo ha tenuto a ribadire con forza come «è importante che le donne per prime prendano coscienza dell’importanza di un proprio ruolo attivo nella prevenzione cardiovascolare. Quasi tutte, infatti, si sottopongono a vari screening oncologici, ma poche attuano una prevenzione cardiologica, i cui cardini sono, oltre l’adozione di un corretto stile di vita (no fumo, alimentazione povera di zuccheri e grassi saturi, regolare attività fisica), anche periodici controlli clinici (esami ematici comprendenti glicemia e quadro lipidico, misurazione della pressione arteriosa)».

Cosa possono fare in concreto le donne per prevenire le malattie cardiovascolari? Lo suggerisce la dottoressa Centeleghe attraverso il seguente decalogo.

Fattori di rischio cardiovascolare, impatto peggiore nelle donne

Fra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari tanto negli uomini quanto nelle donne si noverano la familiarità, il vizio del fumo, l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, il diabete, il sovrappeso e la sedentarietà. Ognuno di essi però non ha lo stesso impatto nei due sessi, bensì peggiore nelle donne. Un esempio su tutti, le donne che fumano sono esposte 5 volte di più al rischio di infarto miocardico rispetto agli uomini fumatori.

Fattori di rischio femminili

Esistono dei fattori di rischio nello sviluppo di malattie cardiovascolari peculiari delle donne come la diagnosi di malattia autoimmune, di anemia o di malattia metabolica.

Malattie cardiovascolari, prima causa di morte per le donne

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nella popolazione femminile in Europa e in Italia. La loro incidenza è largamente superiore a ogni altra causa di morte, compreso il tumore al seno.

Malattia coronarica colpisce più tardi rispetto agli uomini

Le donne tendono a sviluppare la malattia coronarica circa un decennio dopo degli uomini, quindi la malattia tende a presentarsi in un’età spesso segnata da un numero maggiore di comorbidità quali diabete, insufficienza renale, vasculopatia periferica, che complicano il decorso e la gestione della malattia coronarica.

Sintomi d’infarto diversi per uomo e donna

L’infarto nelle donne si presenta in maniera diversa rispetto agli uomini. Spesso vi è assenza dei sintomi tipici come il dolore al petto con irradiazione al braccio sinistro; da qui il ritardo, talora fatale, nell’accesso al Pronto Soccorso.

La rivascolarizzazione è più complessa

L’angina tende a colpire le donne in maniera più severa, ma è stata osservata anche una minore prevalenza di malattia dei grossi vasi. Il che comporta maggiori difficoltà tecniche nelle procedure di rivascolarizzazione, sia chirurgica sia percutanea.

L’importanza di non sviluppare complicanze in gravidanza

Può succedere che in gravidanza si sviluppino problematiche quali diabete o ipertensione. Soffrirne aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari nella mamma e a volte anche nel feto.

Lo spartiacque della menopausa

Con l’arrivo della menopausa, fisiologica per tutte le donne, si assiste al crollo dei livelli circolanti degli estrogeni con incremento della prevalenza di alcuni fattori di rischio quali ipertensione ed ipercolesterolemia, sovrappeso e obesità con un conseguente aumento dell’incidenza delle malattie cardiovascolari.

Attenzione ad ansia e depressione

La sindrome di Tako-Tsubo è descritta come una forma di infarto tipicamente femminile caratterizzata da una transitoria dilatazione apicale del ventricolo sinistro e che, a differenza dell’infarto tradizionale, non corrisponde a un’ostruzione delle principali arterie coronariche. Il fattore determinante è rappresentato da una condizione di stress psichico acuto, con immissione in circolo di elevate quantità di catecolamine, proprio la condizione che può verificarsi in concomitanza di un lutto o di una situazione di panico.

L’importanza della riabilitazione

Dopo un evento acuto quale un infarto, l’angioplastica coronarica, l’intervento di by-pass aorto-coronarico, le donne vengono indirizzate a un programma di riabilitazione in misura significativamente inferiore (circa il 20% in meno) rispetto ai maschi, pur essendo stato dimostrato che possono beneficiare di un programma strutturato basato su attività fisica ed educazione sanitaria almeno quanto gli uomini. Una lacuna che va colmata quanto prima.

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