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La professoressa Cristina Cavalletti, Unità Coronarica Policlinico Umberto I, Università La Sapienza, Roma, è la curatrice di questa rubrica.

Lieve dilatazione aortica

Gentile Dottoressa, Le scrivo per mia madre che ha 80 anni e ha fatto ecodoppler. Nel referto c’è scritto: “ventricolo sinistro nei limiti come dimensione, spessori parietali aumentati con normale funzione sistolica. Non evidenti deficit segmentari. Atrio sinistro nei limiti. Bulbo aortico lievemente ectasico e ascendente nei limiti fino al tratto esplorabile con la metodica con valvola tricuspide e lieve steno insufficienza valvolare aortica. Sclerosi dell’anulus con lieve moderata insufficienza mitralica. Lieve moderata insufficienza mitralica. Disfunzione diastolica di I grado. Sezioni destre nei limiti con normale funzione sistolica della parete libera. Setti app integri. VCI normo collassabile. Pericardio indenne”. Al momento mia madre prende Lasix 25 mg, Cardioaspirina e Bifril 30 mg ogni giorno. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa e se c’è una terapia da fare. Grazie, e che Dio la benedica.

L’ecocardiogramma della sua mamma evidenzia in sostanza una lieve dilatazione del tratto iniziale dell’arteria aorta e piccole disfunzioni delle valvole aortica e mitralica, tutti reperti abbastanza comuni in una persona di ottanta anni. Peraltro il cuore non appare ingrossato e si contrae adeguatamente. Insomma, è un esame complessivamente abbastanza buono.  Lei non mi dice nulla circa le ragioni per cui la Signora sta assumendo Bifril, Lasix e Cardioaspirina: si tratta di farmaci che sono indicati sia nelle situazioni di scompenso cardiaco sia nell’ipertensione e, qualunque sia il caso della sua mamma, non mi sembra di rilevare nel referto dell’ecocardiogramma nulla che spinga a dover modificare tale terapia. Per quanto io posso valutare, dovrebbe essere sufficiente ricontrollare l’ecocardiogramma tra un anno circa, ma naturalmente la cosa migliore che possiate fare è sottoporre il risultato al vostro medico di fiducia.

Meno colesterolo e meno ansia

Buonasera, ho 53 anni e godo di buona salute. Da gennaio 2019 non ho avuto più le mestruazioni: un ciclo soltanto ad agosto. Pratico attività sportiva. A fine ottobre 2019 ho fatto un esame della assetto lipidico, con questi risultati: colesterolo totale 218, colesterolo HDL 61, colesterolo LDL 151, trigliceridi 46. Un po’ allarmata dei valori faccio per un mese una dieta fai-da-te: elimino grassi, fritture, riduco carmi rosse e faccio un pochino di movimento in più. A dicembre ripeto gli esami: colesterolo totale 244, colesterolo HL 67, colesterolo LDL 164, trigliceridi 65 (esame tiroideo Ft3, Ft4 nella norma; TSH 7,620). Cerco allora di essere meno rigida con la dieta pur mantenendomi lontana da grassi, fritti, altri cibi spazzatura e faccio un po’ di più di esercizio fisico. Dieci giorni dopo, ritento con l’esame: il colesterolo totale è 241, l’HDL 66, i trigliceridi 57. Il mio medico curante, a seguito di diagnosi di ipercolesterolemia familiare, mi prescrive Aplactin 40 mg compresse, una al dì. Da ieri ho iniziato. Sono in tensione perché temo gli effetti collaterali delle statine. Desidererei cortesemente un suo consiglio. La ringrazio. P. S. Trovato un vecchio esame del 2016: colesterolo totale 197, HDL 65, LDL 124. Mancano i trigliceridi.

Gentilissima signora, il mio consiglio è lo stesso che le ha dato il suo medico: è opportuno ridurre i valori del colesterolo e se la dieta e l’attività fisica non sono sufficienti, bisogna affidarsi ai farmaci.

Cerchi però di non caricarsi di ansia: i suoi valori di colesterolo sono in effetti superiori a quelli considerati ottimali, e per prevenire guai futuri è sicuramente opportuno tenerli sotto controllo; ma si tratta per l’appunto di una misura preventiva che certo l’aiuterà a prepararsi una terza età in buona salute, agendo in tempi lunghi. Non ha senso fare controlli troppo ravvicinati e aspettarsi risultati miracolosi in poco tempo, come d’altra parte non ha senso angosciarsi pensando a possibili effetti collaterali che magari non si verificheranno. Segua con fiducia i consigli del suo medico curante, e inizi la cura che le è stata prescritta. Se e quando dovessero verificarsi effetti collaterali sgradevoli, li segnalerà al medico e potrà di conseguenza modificare la terapia.

Ischemia cerebrale partita dal cuore

Buongiorno, mio marito, 67 anni, normopeso, non fumatore, no ipercolesterolemia né ipertrigliceridemia, ha avuto un episodio di formicolio e deficit sensitivo nella parte sinistra del corpo, durato alcuni minuti. PA 200/105. Eseguita Angiotac a un’ora dall’episodio. Risultato: negativa; EEG negativo, Tac Basale negativa, ECG: blocco di branca sx. Ricoverato in stroke unit, trattato con acido acetilsalicilico e statine. Dopo 5 ore dall’episodio, PA 170/85 che si è normalizzata nei giorni successivi: 140/70. A 24 ore ha avuto un altro episodio di formicolio alla bocca durato qualche secondo. Nei 5 giorni successivi, nessun episodio. Faranno RMN con mdc. Quali altri accertamenti dovrà fare per escludere che sia di origine cardiaca? Grazie sin d’ora per la cortese risposta.

Gentilissima Signora, per valutare la possibile origine cardiaca dell’ischemia cerebrale subita da suo marito, sono indicati un esame ecocardiografico (eventualmente trans esofageo) e una valutazione del ritmo cardiaco di lunga durata, mediante Holter ECG o mediante installazione di “loop recorder”: si tratta di un microregistratore che si inserisce sotto la cute e che consente di scoprire eventuali aritmie – come la fibrillazione atriale – che insorgono in maniera episodica e che possono essere responsabili della formazione all’interno.

Valvole cardiache da riconsiderare

Salve dottore, mi chiamo Gianni, 52anni. Quattro anni fa ho fatto una TAC: bulbo 43-40, insufficienza aortica mitralica lieve, dopo 4 anni ho fatto eco aorta bulbo 42-44 ventricolo sx, risultata nella norma; sezione dx normocinetiche, insufficienza aortica mitralica lieve, insufficiente cuspidale lieve, PAPS nei limiti della norma. Volevo chiedere, se il bulbo si mantiene così e una delle valvole da lieve diventa moderata, si va all’intervento? Grazie mille.

Gentile signore, si tratta sicuramente di una situazione da ricontrollare nel tempo. Però i dati che riferisce nella sua lettera non sono confrontabili tra di loro, perché si riferiscono a due tecniche differenti: i primi valori sono ricavati da un esame TC ed i secondi da un’ecografia. Inoltre, non mi dice se si tratta di valori assoluti o rapportati alla sua struttura fisica (di solito i medici si esprimono in termini di massa o superficie corporea). Insomma, è impossibile dare giudizi semplicistici e tanto meno indicazioni chirurgiche sulla base di quattro numeri o due definizioni, come lieve o moderata o grave. Certo, come lei avrà capito nei controlli che ha effettuato, esistono dei valori di riferimento che orientano il giudizio dei medici, ma questi vanno sempre considerati nel contesto clinico di ciascun paziente.  Si affidi, se già non l’ha fatto, a un Centro specializzato – in questi casi la scelta migliore è sempre quella di far riferimento ad ospedali universitari o comunque a grandi strutture pubbliche – effettui i controlli periodici e segua le indicazioni che via via le vengono fornite.

Notti insonni

Buona sera, sono più notti che appena mi metto a letto sdraiata avverto palpitazioni e tachicardia. Nel 2019 ho fatto varie visite cardiologiche a causa di dolori al petto, i cui esisti sono stati tutti negativi. Analisi buone, eco addominale normale, carotidi ottime, tiroide normale. A cosa potrebbe essere dovuto? Grazie mille

Gentilissima signora, palpitazioni e tachicardia che iniziano al momento in cui si mette sdraiata non fanno pensare in prima ipotesi a un problema cardiaco, che piuttosto dovrebbe comparire durante sforzo. Peraltro, lei mi dice che le visite cardiologiche effettuate hanno dato esito negativo. Non specifica però che tipo di controlli che ha fatto. Se il disturbo persiste e se non lo ha già fatto, potrebbe chiedere al suo medico di prescriverle un elettrocardiogramma Holter: si tratta di applicare un apparecchietto che registra l’elettrocardiogramma per 24 ore o anche più, così da poter verificare cosa succede esattamente nel momento in cui avverte le palpitazioni.

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