Limitare l’assunzione di cibi ultra-processati (UPF) fin da giovani è una strategia efficace per prevenire la sarcopenia e contribuire così a ottenere la migliore forma fisica per l’età avanzata. È questo, in sostanza, il risultato ottenuto da uno studio (apparso su «Frontier of Nutrition») che ha analizzato le condizioni antropometriche incrociandole con le abitudini alimentati di oltre 10 mila individui residenti negli Stati Uniti. La maniera di mangiare negli USA rappresenta un modello alimentare diffuso nei Paesi Occidentali, in cui gli UPF giocano un ruolo decisivo e dominante. Gli UPF sono tipicamente costituiti da zuccheri trasformati, proteine, grassi, nonché materie prime industriali a basso costo, additivi e metodi di lavorazione che vengono raramente utilizzati nella cucina tradizionale. Già stigmatizzati dai ricercatori scientifici in quanto riducono la qualità generale della dieta e provocano vari problemi di salute come l’obesità, il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari, ora sul banco degli imputati sfila anche la sarcopenia, una condizione medica strettamente legata al processo di invecchiamento.
Man mano che gli individui invecchiano, le loro funzioni metaboliche diminuiscono gradualmente, portando a un’inevitabile riduzione della massa e della forza muscolare. La ricerca indica che senza allenamento di resistenza, il declino della massa muscolare può iniziare dopo i 30 anni ed entro i 60 anni l’atrofia muscolare può raggiungere il 20-40%.
Numerosi studi hanno stabilito che una bassa massa muscolare è influenzata da una moltitudine di fattori individuali, che comprendono la predisposizione genetica, il peso alla nascita, la storia dell’allattamento al seno, i livelli di attività fisica, le abitudini alimentari, lo stato socioeconomico e le malattie. Se l’allenamento di resistenza è considerato uno dei migliori metodi per prevenire/curare la sarcopenia, anche le scelte dietetiche rappresentano un altro aspetto cruciale e modificabile.
Il consumo eccessivo di UPF potrebbe essere collegato al danno muscolo-scheletrico attraverso la distruzione dell’ecosistema del microbiota intestinale e il suo collegamento con i muscoli e il cervello, così i ricercatori nella discussione dei risultati del loro studio.
Si tratta di unostudio trasversale, basato sui dati pubblicamente disponibili del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES). Poiché gli adulti di età ≥ 60 anni non sono più idonei per l’esame DXA (l’esame che, attraverso piccole dosi di radiazioni ionizzanti, è in grado misurare la densità e la salute dell’apparato muscolo scheletrico) sono stati inclusi nell’analisi i partecipanti di età compresa tra 20 e 59 anni che hanno risposto a domande pertinenti riguardanti i dati demografici, i fattori socioeconomici, l’assunzione alimentare, le malattie croniche e le misurazioni corporee fra il 2011-2018.
Gli individui con massa muscolare ridotta hanno mostrato diverse caratteristiche distintive rispetto a quelli con massa muscolare normale. Nello specifico, il primo gruppo tendeva ad essere più anziano, di sesso maschile e con un reddito più basso. Inoltre, più che probabili livelli di scolarità inferiori e tassi di prevalenza più elevati per varie condizioni di salute, tra cui ictus, infarto, insufficienza cardiaca congestizia, malattia coronarica, angina, ipertensione e diabete mellito.
I risultati implicano che l’aumento del consumo di UPF ha un impatto negativo sulla massa muscolare negli adulti e rappresenta un fattore trainante significativo per la sarcopenia.
Già studi sugli animali hanno dimostrato che i ratti giovani che consumano UPF ad alto contenuto di grassi e zuccheri presentano un ritardo della crescita, una diminuzione della densità minerale ossea, danni ai componenti strutturali ossei e compromissione della cartilagine di crescita.
Ciò detto, esiste una ragione plausibile per sospettare che gli UPF possano influenzare negativamente la massa muscolare. Precedenti ricerche hanno rivelato associazioni significative tra UPF e vari marcatori di salute muscolare in diverse popolazioni. Studi condotti in Cina su adulti di età superiore ai 40 anni hanno evidenziato una correlazione negativa tra UPF e forza muscolare, mentre indagini su adolescenti brasiliani hanno mostrato associazioni tra UPF e composizione corporea, in particolare massa corporea magra. Inoltre, studi condotti su adulti brasiliani indicano che gli UPF sono collegati a specifici marcatori di massa muscolare, come la circonferenza del braccio. Tutti risultati coerenti con le ipotesi alla base dello studio in oggetto, pertanto si conferma una relazione negativa tra UPF e massa muscolare negli adulti.