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di Cristina Sampiero

Ognuno di noi ha un proprio bagaglio culturale col quale affronta le sfide che gli si presentano. In ogni “valigia” ci sono tantissime informazioni, tante particolarità e tante abitudini e tradizioni difficili da mettere in discussione, ivi comprese le nozioni nutrizionali e gastronomiche. In questo campo molte cognizioni sono corrette e ormai consolidate: mangiare frutta e verdura, mangiare poco e muoversi di più, evitare i cibi spazzatura ecc. ma dal dire al fare…

Non siamo capaci di mettere in pratica le nostre conoscenze e, quello che facciamo, è spesso diverso da quello che dovremmo e vorremmo fare. Tutto appare difficile e faticoso e, alla fine, ci si rassegna e si desiste dall’agire in modo corretto. Perché? Il punto debole di tutta la catena è che manca la motivazione al cambiamento.

Intraprendere un nuovo percorso nutrizionale non vuol dire semplicemente mettersi a dieta, ma iniziare un vero e proprio cammino di cambiamento. La motivazione al cambiamento è quella che ci permette di superare un momento difficile e uscire da una situazione indesiderata lasciandoci alle spalle tutto ciò che ci ha condotti allo stato attuale. Cambiare significa uscire dalla propria “zona di comfort”, quella parte della nostra vita fatta di luoghi, persone, situazioni, cibi e bevande che conosciamo bene e con cui siamo abituati a convivere e ci troviamo a nostro agio. La sensazione di disagio è il vero motivo per cui la maggior parte delle persone preferisce accontentarsi di rimanere dov’è evitando il cambiamento necessario per diventare la persona che vuole.

Cambiamo punto di vista: le difficoltà e le fatiche non devono apparirci come ostacoli invalicabili, ma come sfide da affrontare e superare. Le sfide accettate ci fanno crescere e ci rendono più forti; affrontandole impariamo a districarci meglio e acquisiamo maggiore consapevolezza delle nostre qualità e dei nostri limiti allargando cioè la nostra “zona di confort” e trovandoci così a nostro agio in un numero sempre maggiore di situazioni. Da sempre l’uomo vuole sapere e si pone dei “perché” e dei “come” che lo costringono a trasformazioni importanti visto che, istintivamente, ha la capacità di migliorare, comprendere, proiettarsi nel futuro e cambiare. Ciò nonostante ci sono obiettivi per cui lottiamo strenuamente e altri che invece lasciamo andare. La differenza sta nelle emozioni che vi associamo. Infatti, esiste un forte legame tra l’emozione e la motivazione. Le emozioni mettono in luce la reazione a uno stimolo, sia a livello psicologico sia fisico, mentre la motivazione ci dice il perché siamo spinti ad agire in un determinato modo. I processi di decisione terminano con un’emozione, ed è proprio a quella emozione che dobbiamo mirare quando programmiamo un obiettivo. Per creare un’emozione concentriamoci su ciò che la provoca; perché essa non è altro che la riproduzione interna di ciò che i nostri sensi percepiscono dall’esterno. Le emozioni sono riproduzioni interne di immagini, suoni, sensazioni, odori e gusti. Nel momento in cui diventiamo consapevoli del modo in cui trattiamo queste rappresentazioni, abbiamo la possibilità di padroneggiare la nostra motivazione. In quest’ottica sono fondamentali le associazioni che vengono a crearsi con i comportamenti; se associamo una sofferenza a un comportamento o a un’emozione, eviteremo di indulgervi a qualsiasi costo e viceversa. Se comprendiamo che ogni azione ha una conseguenza, capiamo che le singole azioni delle singole persone hanno un impatto a livello individuale e collettivo. Sono proprio le piccole decisioni e le piccole azioni che, messe in atto costantemente, hanno conseguenze di vasta portata. Riuscire a capire che le decisioni e le azioni, continuate, possono operare grandi cambiamenti, è di grande efficacia per aumentare l’autostima e la motivazione. La motivazione al cambiamento è un presupposto importante per la crescita di ogni individuo. Motivazione al cambiamento intesa come apertura verso l’altro, verso il mondo, come percorso di conoscenza di se stessi e come spinta al miglioramento. Il messaggio che deve essere chiaro è che ognuno può decidere di cambiare e agire per stare meglio.

Il concetto di cambiamento comincia a prendere forma e la motivazione costituisce parte attiva e integrante del processo stesso; infatti senza una vera spinta all’azione che lo promuove e privato della complicità della convinzione che lo mantiene, il cambiamento non può perdurare. È necessaria la ferma consapevolezza che il cambiamento debba avvenire grazie all’impegno personale, alla motivazione e al mutamento delle convinzioni precedenti; proprio perché alcune di queste convinzioni possono diventare delle limitazioni alle decisioni future.

Altra variabile importante sul nostro comportamento è la forza dell’abitudine; ognuno di noi possiede degli schemi comportamentali appresi che utilizza con maggiore frequenza di altri. Quando facciamo qualcosa per la prima volta all’interno del nostro cervello, si sviluppa una piccola connessione che ci permetterà di riaccedere in futuro a quel comportamento. Ogni volta che ripetiamo un dato comportamento la connessione si rinforza. Gradualmente quindi, con sufficienti ripetizioni e intensità emozionale creiamo una linea principale verso questo comportamento e siamo spinti a comportarci in quel modo costantemente. Questo processo è un apprendimento neuro associativo che non è facile modificare. Non si vuole banalizzare il funzionamento dell’individuo a semplici condizionamenti ma riconoscere il valore che le associazioni, quando ben radicate nell’individuo, hanno nell’influenzare, talvolta inconsapevolmente, l’individuo stesso nelle scelte e nel suo percorso decisionale. Vista l’importanza e la frequenza con cui scegliamo, utilizzare bene le neuro associazioni è un vantaggio utile e necessario per sopravvivere, migliorarsi e crescere.

Il continuo cambiamento al quale la società ci sottopone è frutto del desiderio di conoscenza insito nell’uomo e gli permette una maggiore consapevolezza delle proprie capacità muovendolo verso nuove mete. È la tendenza al miglioramento che dona all’uomo l’audacia per spingersi verso l’ignoto adattandosi all’ambiente, convivendo, facendo attenzione ai bisogni dell’altro comprendendone e rispettandone le diversità; tutto questo lo fa sforzandosi per superare i propri limiti.

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