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Ai primi di giugno, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ovvero l’agenzia delle Nazioni Unite che promuove la sicurezza della salute nei 193 paesi in cui è rappresentata, ha pubblicato delle nuove linee guida nelle quali raccomanda di evitare i dolcificanti senza zucchero assunti per contrastare l’obesità, abbassare la glicemia e altri valori indicativi di diabete o di malattie cardiovascolari e oncologiche, in quanto se queste sostanze nell’immediato sembrano efficaci, a lungo andare rischiano di essere dannose. Le suddette sostanze includono estratti chimici e naturali conosciuti con il nome di saccarina, aspartame e stevia, per restare ai più noti, ampiamente utilizzati in tutti quei preparati a basso contenuto di zuccheri e calorie per perdere peso, ma le troviamo anche nelle caramelle senza zucchero, nelle merendine light e nelle bibite a zero calorie e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che è ormai parecchio tempo che l’industria ha messo in commercio questi prodotti contrabbandandoli come sani ed efficaci per il benessere fisico senza che si rinunci al gusto. Ma si sa, il marketing fa il mestiere che gli compete e fino a che non si scontra con dei divieti, perseguendo la propria strada fintanto che questa è costellata da successi commerciali. Ora, però c’è un dato che potrebbe impensierire più di un pubblicitario o chi per esso. È il dato che le dichiarazioni dell’OMS fanno proprio dopo aver passato in rassegna 283 studi su questi argomenti, fra studi prospettici e multicentrici, nei quali è ben rappresentata tutta la popolazione mondiale: bambini, donne in gravidanza, anziani ecc. di differenti etnie. Ebbene, tali studi nel loro insieme sono concordi nel suggerire che un maggior consumo di queste sostanze è associabile a un rischio più alto di diabete alimentare, di malattie cardiovascolari e di mortalità per tutte le cause.

A dire il vero, la conclusione non è lapidaria. I wornings suggeriscono che queste sostanze sono potenzialmente pericolose. Ovvero che «potrebbero avere effetti secondari indesiderati». Com’è noto il condizionale non esprime un concetto relativo. I disturbi e le malattie di cui vi è evidenza potrebbero essere il frutto di altre cause. Cioè, non soltanto una conseguenza dei dolcificanti senza zucchero, ma il frutto di un combinato disposto di queste sostanze con altre dagli esiti affini che i ricercatori non sarebbero riusciti a identificare ed escludere correttamente dai dati, come sempre si cerca di fare in questi casi, pur sapendo che un margine d’errore si sedimenta sempre. È un errore che capita quando le abitudini, poniamo alimentari, vengono raccolte tramite questionari. Se pur si tratta di dati che è impossibile raccogliere altrimenti, è tuttavia evidente che il rischio di inesattezze e pregiudizio incombe a ogni risposta, per ogni individuo interpellato.

Ciò detto, a parere dell’OMS, la raccomandazione di evitare i cibi che contengono questi dolcificanti artificiali vale per tutti, eccezion fatta per chi è affetto da diabete persistente. Per costoro le alternative correnti, ovvero lo zucchero normale e la frutta, non sono praticabili a causa dei valori immodificabili di glicemia. Sarebbero la toppa peggiore del buco. Inoltre, per ora la raccomandazione non si estende ai prodotti per la cura e l’igiene personale che contengono queste sostanze dolcificanti, come i dentifrici, le creme per la pelle e alcuni farmaci. Non è chiaro se è solo per mancanza di alternative momentanee oppure per l’impatto meno dirompente che avrebbero sull’organismo. In effetti, un conto è spalmarsi sulla pelle o su altre parti del corpo una certa sostanza dai potenziali effetti secondari, un altro è ingerirla per bocca.

Per quanto riguarda il rischio di cancro, è stato dimostrato che un pericolo lieve per il cancro della vescica in relazione al consumo di saccarina esiste. Il resto sembra trascurabile, nel senso che i risultati suggeriscono associazioni meno significative per gli altri tipi di cancro, e questo sia in base agli studi caso-controllo che in base alle metanalisi di studi prospettici di coorte.

Per quanto riguarda gli effetti sui bambini, la scarsità di studi a disposizione suggerisce di andare cauti con le conclusioni. Invece, i risultati per le donne in gravidanza indicano che una maggiore assunzione dei dolcificanti artificiali come l’aspartame e la saccarina potrebbero rappresentare un aumento di rischio di parto prematuro e di possibile adiposità nella prole. Per entrambi i casi, il condizionale è ancora d’obbligo.

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