di Alberto Ferrari
A seconda di quello che contengono,gli alimenti sono benefici,neutri o dannosi in relazione al gruppo sanguigno.Peter D’Adamo è il medico naturopata americano che ha sviluppato la dieta del gruppo sanguigno continuando il lavoro del padre. Il suo primo libro “L’alimentazione su misura”, che qui proviamo a recensire, è stato tradotto in 50 lingue e ha venduto più di 7 milioni di copie
La dieta del gruppo sanguigno è approdata anche nella tivù che conta, complice la presenza del dottor Mozzi alla trasmissione “Porta a Porta” di Bruno Vespa e in altri talk show dai grandi ascolti. Piero Mozzi – per chi ancora non ne fosse al corrente – è considerato colui che in Italia ha dato maggior lustro a questo regime alimentare che, lo ricordiamo brevemente, si basa su una relazione di opportunità fra i quattro gruppi sanguigni esistenti (A, B, AB e gruppo 0) e gli alimenti. A seconda di quello che contengono, gli alimenti sono benefici, neutri o dannosi in relazione al gruppo sanguigno. Per esempio, chi appartiene al gruppo A come il sottoscritto, storicamente discenderebbe dal gruppo affermatosi ai tempi dei primi agricoltori. In base a questo antefatto, probabilmente insito nella evoluzione della specie, è bene che il tipo del gruppo A prediliga un regime alimentare vegetariano anche se non in via esclusiva. Egli infatti può mangiare la carne a patto che si tratti di quella bianca di cappone, faraona, gallina, pollo, mentre gli sono sconsigliate, in quanto poco digeribili e molto lente da metabolizzare, le carni rosse come l’agnello, il manzo, il cavallo ecc. e tutti i latticini (essendo derivati). Tuttavia, anche fra i prodotti della terra valgono alcune restrizioni per il tipo del gruppo A. Fra le verdure, non vanno bene i pomodori, le patate, le melanzane e altri ortaggi della famiglia delle Solanacee, che irritano le pareti degli organi di transito. Sono sconsigliati gli alimenti a base di cereali come pasta, pizza e pane, essendo ricchi di glutine. Anche la frutta, specie del tipo ad alta concentrazione di fruttosio, sarebbe controproducente, dato che facilita l’accumulo di zuccheri nel sangue. Insomma, questi alimenti fanno ingrassare e tendono ad alzare l’indice glicemico, rendendo il tipo del gruppo A più vulnerabile alle malattie del metabolismo, prima fra tutte il diabete mellito, e a quelle cardiovascolari, per la presenza di sostanze che favoriscono l’ipertensione e la formazione della placca ateromasica (nelle arterie).
Va detto che la dieta del gruppo sanguigno non è un’invenzione del dottor Mozzi. Il dottor Mozzi casomai l’ha personalizzata, interpretata e difesa alla sua maniera, ma l’impianto di base resta quello che gli ha dato il fondatore, ovvero Peter J. D’Adamo. Il dottor Peter D’Adamo è il medico naturopata americano che ha sviluppato la dieta del gruppo sanguigno continuando il lavoro del padre James. Il suo primo libro “L’alimentazione su misura” (“Eat Right 4 Your Type”) che qui proviamo a recensire, è stato tradotto in 50 lingue e ha venduto più di 7 milioni di copie. In questo libro D’Adamo sostiene che all’origine dei collegamento dei cibi a contatto con l’organismo sono decisive le reazioni delle lectine, una famiglia di proteine agglutinanti contenute negli alimenti. Le lectine reagirebbero in modo diverso in base agli antigeni (una sorta di “impronte biologiche”) dei gruppi sanguigni, formando grumi che a volte sono facili da espellere, altre volte si depositano nell’organismo infiammandolo. Scopriamo così che le piante delle famiglia delle Solanacee, controindicate per il gruppo A, hanno una alta concentrazione di lectine che mal si combinano con gli antigeni del gruppo. In base a questo e ad altri cattivi legami fra lectine e gruppo A, D’Adamo sostiene che vi sia predisposizione verso il cancro allo stomaco da parte delle persone del gruppo A. Un’altra malattia tipica dello stomaco, ovvero l’ulcera peptica, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, per D’Adamo è in relazione al cattivo rapporto delle lectine con il gruppo 0.
Il gruppo 0 è quello più antico. Rappresenta l’uomo al momento in cui si afferma come predatore in cima alla catena alimentare. Nello specchietto riassuntivo delle caratteristiche salienti del gruppo, il nostro medico naturopata americano, laureatosi presso il Bastyr College di Seattle alla fine degli anni Cinquanta, indica che il tipo 0 è un mangiatore di carne, ha un sistema digestivo robusto ed è adatto a praticare un’attività fisica intensa.
E sì, in base al gruppo sanguigno si entra nel merito dell’attività sportiva più idonea per ciascun tipo. Per esempio, diversamente dal tipo del gruppo 0, il tipo del gruppo A è adatto a un’attività fisica blanda e rilassante.
La scoperta della correlazione fra gruppo sanguigno e attività motoria è dovuta all’osservazione sui pazienti avviata dal padre James, che ha messo a punto programmi di esercizio fisico specifici, cioè elaborati su misura per i profili biologici dei diversi gruppi. Il programma dell’attività fisica più idonea è calcolato sul grado di sopportazione dello stress psicofisico di ciascun tipo.
Siccome la reazione allo stress psicofisico è imparentata con la personalità, non poteva mancare una correlazione fra quest’ultima e l’appartenenza a ciascun gruppo. L’idea che certi tratti, certe caratteristiche psicologiche e scelte di vita possano essere iscritte non solo nel codice genetico di un individuo ma anche nel sottogruppo sanguigno, viene proposta da D’Adamo come un’intuizione che, pur non avendo una precisa dimostrazione scientifica, ha un evidente fondamento di verità. Se siamo tutti figli di tanto padre (e madre) cioè se somigliamo ai nostri genitori sia nei tratti somatici sia nei modi di fare, in quelli di atteggiarci, di pensare ecc., ciò accade perché abbiamo lo stesso sangue; da cui, a rigore di logica, non può non esserci un legame forte di continuità nella parentela, rappresentato proprio dal gruppo sanguigno.
Dicevamo delle restrizioni al latte e ai prodotti caseari per il gruppo A. Ebbene, il gruppo B, caratterizzato da un apparato digerente più tollerante, verso latte e derivati non ha grosse controindicazioni.
Il gruppo AB, il più recente e raro (interessa solo il 2-5% della popolazione), è connotato da una commistione dei due gruppi da cui ha tratto origine, il che gli fa assumere caratteristiche ora dell’uno ora dell’altro gruppo. Il linea di massima i cibi dannosi per A e B lo sono anche per l’AB. Secondo Peter D’Adamo, le persone di tipo AB sono spesso più resistenti e attive del tipo A, sedentario per natura. La vitalità del gruppo AB è probabilmente un retaggio ereditato dai progenitori dell’antigene B.
Al termine di questa rapida disamina delle caratteristiche dei gruppi sanguigni e del modo di alimentarsi raccomandato, è bene ricordare che questa dieta ha fatto e sta facendo proseliti più fra la gente comune che non fra i medici, per molti dei quali le prove scientifiche fornite da D’Adamo non sono sufficienti a corroborare le affermazioni circa la correlazione fra alimentazione e gruppo sanguigno. Se ne deduce che, per i molti che poco sanno di scienza medica e di dimostrazioni scientificamente inoppugnabili ma che hanno scelto in tutto o in parte di seguire l’alimentazione proposta dalla dieta del gruppo sanguigno, devono parlare i risultati benefici e tangibili sul proprio organismo. Altrimenti non si spiega il successo di questa dieta di cui non si menzionano, neppure a livello scientifico, effetti collaterali negativi anche a distanza di tempo.